UN FALCO CUCULO UNGHERESE

       

 

 

Cartina che evidenzia la distanza dal punto d'inanellamento a quello di riproduzione

 

 

 

 

Quando i Falchi cuculi Falco vespertinus passano dai miei territori, dove sovente mi dedico al birdwatching durante il periodo delle migrazioni autunnali e primaverili, regalano sempre un momento di interessante gioia nel vederli posati sul terreno, in caccia o mentre fanno lo spirito santo. Questa volta pero’ la piacevole osservazione riguarda una famigliola del bellissimo rapace che avendo nidificato in terra veneta si e’ fatta ammirare durante la mia permanenza estiva in data 9-08-2016 a S.Stino di Livenza in provincia di Venezia e precisamente nel territorio della Bonifica del Loncon. In particolare il maschio della coppia presentava un anello colorato al tarso in PVC. Uno di quegli anelli utilizzati dagli inanellatori autorizzati per lo studio delle migrazioni che hanno la particolarita’ di essere letti a distanza grazie ai grandi codici riportati su sfondo colorato. Leggendo i codici si puo’ risalire a dove, e quando l’individuo e’ stato inanellato. Cosi’ e’ stato anche per questo bel maschietto che dopo la lettura dell’anello prontamente comunicata ad ISPRA , nel giro di pochi mesi grazie al contatto con l’istituzione naturalistica di ricerca competente, si e’ potuti risalire alla date ed il luogo d’inanellamento dell’individuo.                                              La scoperta e’ stata Interessante poiche’ il Falco cuculo in oggetto e’ stato inanellato da pullus in data 11-07-2011 presso la localita’ Fabiansebastyen                (Csongrad) in Ungheria che dista ben 606.06 Km dal territorio di nidificazione e dopo 1856 giorni dal suo inanellamento. Il Falco cuculo avrebbe cosi’ compiuto il viaggio migratorio di andata verso i lidi di svernamento per tornare a riprodursi in territorio veneto la primavera sucessiva per poi ritornare ai suoi lidi invernali durante la cattiva stagione e ripresentarsi cosi’ negli anni successivi, come poi e’ stato confermato anche dagli ornitologi veneti che lo hanno ricontattato negli stessi territori alcuni anni dopo. Una soddisfazione che ripaga del piacere ma anche del sacrificio di osservare l’avifauna presente sul territorio italiano con lo scopo di reperire sempre nuovi dati riguardo la biologia delle specie presenti.

 

Maggio 2020

 

W.S.

 

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