IL FALCO PECCHIAIOLO NIDIFICA AD AROSIO
Nella foto, tratta da internet, un Falco pecchiaiolo al nido. Per il secondo anno consecutivo, nella primavera del 2008, una coppia di Falco pecchiaiolo ha deciso di mettere su casa nei pressi dell’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN. Infatti durante lo svolgimento del progetto Nidificanti, che come ogni anno da un decennio viene svolto regolarmente presso la stazione arosiana, i tecnici hanno scoperto l’esistenza di una coppia che, con incessanti richiami emessi in volo o sui posatoi naturali, richiamavano l’attenzione di un giovane appena uscito dal nido, sicuramente posizionato nei paraggi. Il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) appartiene all’ordine degli Accipitriformi e alla famiglia Accipitridi. Il suo stato di conservazione in Europa e’ considerato sicuro ma fa parte della Lista rossa nazionale poiche’ considerato vulnerabile a livello italiano. Elementi identificativi, che lo contraddistinguono, sono quelli di rapace avente medie dimensioni facilmente confondibile con la Poiana (Buteo buteo), di dimensioni simili, da cui si distingue per le ali pi� larghe e squadrate, il collo pi� allungato e la testa pi� piccola. Il piumaggio � estremamente variabile (cos� come quello della Poiana), ma spesso � distinguibile in volo per la presenza di due evidenti macchie scure carpali e per la coda con un'ampia banda terminale scura. In alcuni piumaggi, sottoala e corpo macchiettato di scuro. Possiede una lunghezza di 55 cm, con apertura alare 130 cm. Sessi simili, femmine leggermente pi� grandi. Migratore a lungo raggio, transahariano, sverna in Africa tropicale. Giunge in Italia in aprile-maggio, mentre la migrazione autunnale ha luogo in settembre-ottobre. Durante la migrazione primaverile, tende a concentrarsi in poche aree favorevoli ('colli di bottiglia'), che consentono di evitare di attraversare tratti di mare (es. Gibilterra, Bosforo, Stretto di Messina): in queste situazioni si possono osservare concentrazioni spettacolari di migliaia di individui. Nidifica su alberi in boschi d'alto fusto, a 10-20 m d'altezza; spesso riutilizza nidi di altre specie (es. cornacchie, poiane), ma � in grado di costruirsi il nido da solo. Depone in genere 1-2 uova, incubate per 30-40 giorni. La dieta consiste quasi esclusivamente di insetti, anche se non disdegna altre prede di piccole dimensioni (uccelli, mammiferi, rettili). In particolare, si nutre di larve e adulti di imenotteri sociali (vespe, api): i falchi seguono i movimenti degli insetti fino ai nidi, che, se sottoterra, vengono dissotterrati scavando anche fino a 40 cm di profondit�. Durante l'allevamento dei piccoli, i favi estratti vengono portati al nido. Dopo l'involo dei pulcini, � spesso possibile osservare i giovani che seguono gli adulti emettendo caratteristici richiami lamentosi. Durante le migrazioni frequenta svariati ambienti, ed � possibile osservarne gruppetti in pianura, lungo i corsi d'acqua, sui rilievi rocciosi. Per la nidificazione necessita di boschi ad alto fusto sia di latifoglie che di conifere. In Provincia di Como � relativamente diffuso nella fascia collinare e montana, dove utilizza, per la riproduzione, anche i boschi misti. E' diffuso in tutta Italia nelle zone collinari e montane che presentano siti idonei per la riproduzione. Uno dei Fattori di disturbo e’ il taglio dei boschi d'alto fusto. L’interessante osservazione fatta presso l’Osservatorio si e’ protratta per tutti i mesi di giugno e luglio fino a quando il giovane Pecchiaiolo ha raggiunto l’indipendenza e ha lasciato il luogo natio per trovare una nuova area a lui consona. Tale osservazione, che va ad aggiungersi a quella fatta l’anno precedente, conferma quanto sia importante il territorio sito nei pressi della struttura per il buono stato di conservazione delle specie avifaunistiche e sottolinea come lo stesso territorio naturale non sia solamente terra di passaggio per i migratori. Un elemento notevole che influenza la presenza di molte specie anche al di fuori del periodo autunnale. Marzo 2009 W.S.
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